Le regole del caos (Italian Edition) by Giorgio Arfaras

Le regole del caos (Italian Edition) by Giorgio Arfaras

autore:Giorgio Arfaras [Arfaras, Giorgio]
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Paesi edizioni
pubblicato: 2023-02-01T00:00:00+00:00


7.

Ucraina e dintorni

Il simbolo dell’Ucraina è il tridente. Poseidone e Atena offrivano dei doni per diventare protettori della città (che non aveva ancora preso il nome definitivo). Poseidone, dio del mare, colpì il suolo con il tridente, facendo tremare la terra e facendo sgorgare dell’acqua salata. Stava offrendo agli ateniesi (non si chiamavano ancora così) la forza del mare e la forza in guerra, ma essi rifuggivano il sapore salato del dono.Atena, invece, piantò un seme d’ulivo, che germogliò. L’ulivo offriva ombra per la contemplazione, olive da mangiare, e olio per cucinare (Atena offriva in anticipo di duemila anni l’Unione Europea). Il dono di Atena fu preferito e la città prese il suo nome.

Ma Atene non poteva (come l’Unione Europea duemila anni dopo) vivere in pace e di soli ulivi. Doveva difendersi dai nemici, e magari spingersi a cercare il grano, che si trovava anche in Ucraina (che allora come tale non esisteva, sicché fu fondata Kherson, che in greco vuol dire «penisola»). Gli ateniesi cercavano una qualità di vita maggiore. Ma non potevano avviare i commerci se non in condizioni di pace. Ed ecco che Atena si completa con Poseidone, che offre la guerra e il commercio marino.

La pace è difesa dal tridente e il benessere è l’ulivo insieme al grano che si muove nei mari (grazie alla riapertura del Bosforo). Guarda caso, l’ammiraglia russa, la Moskva, è stata affondata con i missili Neptune, e Nettuno è notoriamente il nome romano di Poseidone.

L’aggressione russa all’Ucraina – da giudicare come il forte che si sente libero di calpestare il diritto del debole – può essere letta attraverso La Guerra del Peloponneso di Tucidide, quando i Meli furono annientati dagli Ateniesi. I quali furono, a loro volta, annientati dagli Spartani. Chi sono gli uni e gli altri oggi? I Meli senz’altro gli ucraini e gli Ateniesi i russi.

Nel prologo si narra come l’isola di Melo non voglia versare il proprio contributo ad Atene. Che pertanto manda i propri ambasciatori per trovare un accordo. «Sforziamoci di restringere le ipotesi del compromesso nei confini del realizzabile» dicono i rappresentanti Ateniesi ai Meli, minacciandoli che «quando i più potenti agiscono, i deboli si flettono».

E quando i Meli replicano «come potrebbero collimare i nostri interessi, noi fatti schiavi, voi a dominarci? Non sareste paghi della nostra neutralità, se invece di brandire le armi resteremo amici?», la risposta degli Ateniesi è sin troppo chiara: «Per noi è minaccia più pericolosa la vostra amicizia che il vostro odio aperto: la prima proporrebbe agli occhi di altri sudditi un esempio di fiacchezza da parte nostra, il rancore invece rammenterà sempre viva la nostra potenza». Difatti, le trattative si interromperanno e sarà la guerra. Con i Meli che verranno annientati.

Ora, non è questo il caso dell’Ucraina, la cui resilienza ha stupito il mondo.Tuttavia, l’approccio russo nei confronti dei loro vicini è tracotante e spietato non meno di quello degli Ateniesi. E difatti buona parte delle terre che Mosca intende annettere è già un cumulo di macerie. Il che prelude



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